I post di “Lercio ” che inneggiano alla svendita di Veneto Banca ad 1 € sono un simpatico siparietto, che fanno riflettere su quanto la direttiva europea BRRD (bank recovery and resolution directive) abbia sconvolto le vite dei risparmiatori europei e soprattutto italiani.
Il bail-in ovvero il salvataggio interno è uno strumento che va aggiungersi a quelli già presenti nella normativa italiana per la risoluzione delle crisi bancarie, alla liquidazione coatta amministrativa (previsto dal TUB, la bibbia italiana degli istituti di credito) e al salvataggio pubblico.
Una banca in crisi costituisce un rischio elevatissimo per il sistema economico-finanziario a cui appartiene, sia per la tipologia di attività svolta che per i molteplici rapporti creditizi intrattenuti con privati, aziende e altre banche, è naturale perciò che questo argomento susciti molta attenzione nel legislatore europeo.
Fino a poco tempo fa, se qualcosa andava storto, lo Stato provvedeva a salvare la banca con un intervento pubblico (bail out). Ora con il salvataggio interno, tutti i creditori non privilegiati si vedono estinguere il proprio titolo fino alla concorrenza delle perdite (ovvero se le perdite ammontano a -100 mln di € per es. e ho un patrimonio di 20 mln di €, devo annullare azioni e obbligazioni non garantite almeno per 80 mln €, ma anche di più se voglio che la banca continui ad operare con un capitale netto positivo). In realtà il principio che regge il bail in è “no creditor worse off” ovvero nessuno deve subire perdite maggiori rispetto ad un fallimento (procedura onerosa per antonomasia!)…ma chi ha sottoscritto obbligazioni subordinate deve rianalizzare il proprio investimento, il rischio di non vedersi restituire i soldi è alto e sicuramente dei titoli così valgono meno anche sul mercato.
Nessuna categoria di creditori è davvero al sicuro, se pensiamo che i depositi oltre i 100 mila € non sono garantiti; sicuramente i risparmiatori devono stare attenti e prestare maggiore attenzione a ciò che firmano e scegliere attentamente gli istituti di credito in cui depositano i propri risparmi se superiori a tale soglia, ciò vale ancor di più per le piccole e medie imprese.
Se il bail in porterà ad un sistema finanziario più efficiente, ai posteri l’ardua sentenza.
Piccolo glossario finanziario:
Obbligazioni subordinate = titoli che prevedono il pagamento di cedole e il rimborso di capitale, dopo che una determinata categoria di creditori (privilegiati o subordinati di livello inferiore) è già stata soddisfatta.
Creditori non privilegiati = finanziatori che non hanno titoli di credito supportati da particolari garanzie. Nel bail in rispondono per prima gli azionisti, poi gli obbligazionisti subordinati, quelli non subordinati/privilegiati e infine depositanti oltre i 100.000 €.